La parità è una risorsa?
Workshop CUG, Sede Enea, Lungotevere Thaon di Revel, 76, Roma 21 dicembre 2016
Che fine hanno fatto le Pari Opportunità in Italia? Il dibattito politico e sociale è giustamente concentrato al superamento dei fenomeni di violenza di genere, ma ciò non deve distrarre dal principio che violenza e discriminazioni sono due facce di una stessa medaglia. È proprio la banalizzazione e il consolidamento degli stereotipi di genere il punto su cui dibattere.
Il giornalista Riccardo Iacona, nel documentario “Senza donne” di Presa Diretta, ha indagato su quanto è grande la discriminazione di genere in Italia, quanto è difficile fare carriera per le donne italiane e quanto sia perdente escludere metà del paese dai posti di comando. Si tratta di rinunciare alla competenza, all’intelligenza e alla passione delle donne.
Secondo il Forum Economico Mondiale l’Italia è al 50esimo posto, su 144 paesi, nella classifica del Global Gender Gap Index 2016 che è elaborata ogni anno per monitorare la portata e l’ampiezza della disparità di genere nel mondo, in rapporto a quattro settori fondamentali: economico (composizione della forza lavoro, gap retributivi, differenze nella carriera), politico (presenza di donne nelle alte cariche dello Stato), istruzione (numero di donne alfabetizzate e iscritte a scuola rispetto agli uomini) e salute (nuovi nati in base al sesso, aspettativa di vita). Quella dell’Italia è una posizione di bassa classifica che la vede ben lontana dai paesi del nord Europa (Islanda, Finlandia, Norvegia, Svezia) e Rwanda che detengono saldamente e da tempo le prime cinque posizioni.
Se si prendono i soli indicatori relativi al lavoro, troviamo il nostro Paese all’89esimo posto per partecipazione e ben al 127esimo per parità di salario. Siamo tra gli ultimi. In Italia il tasso di occupazione femminile resta saldamente inchiodato sotto il 50% e nel Sud Italia la situazione risulta ancora più critica rispetto al resto della penisola.
Così recita la nostra Costituzione:
“La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione …” (art. 37).
“Tutti i cittadini dell’uno e dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici ed alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge. A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra uomini e donne …” (art. 51 Costituzione italiana)
Che fare allora perché si realizzi la parità ipotizzata dalle madri e dai padri costituenti, immaginata per lo sviluppo di un Paese libero e senza discriminazioni?